Questo non è un posto dove aspettare la fine

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Questo non è un posto dove aspettare la fine,  la fine di un pasto, di un programma in tv,  di una passeggiata, di una visita, o della propria vita.
Queste mani così disidratate e straripanti di vene, hanno imparato dove appoggiarsi. Questi visi arsi e rugosi hanno dimenticato l’invidia verso qualcosa che non c’è più. Questi occhi non hanno perso colore e acquistato amore.
E queste gambe che non sanno più come stare dritte trovano il modo di funzionare.
Nessuno qui resta fermo ad aspettare. E io, che ho accarezzato quelle mani,  osservato quei visi,  guardato in quegli occhi e aiutato quelle gambe così stanche,  trovo che queste vite non sono tenute in piedi dal ricordo ma dalla volontà di esserci e provare ancora piacere.
E noi, che ora scaliamo montagne e saltiamo pozzanghere,  abbiamo il compito di non dimenticare mai che vivere senza mollare la presa significa riconoscere il proprio valore.

La vita di una persona che lotta fino all’ultimo istante continuerà a risplendere. Neppure l’invecchiamento, con il trascorrere del tempo, potrà intaccarla. Al contrario, il suo splendore crescerà sempre più col passare degli anni.

dalla “Mappa della felicità” di Daisaku Ikeda